IL FIUME ESINO
Il fiume Esino è lungo 90 chilometri ed ha un bacino di 1300 chilometri quadrati. Nasce dal monte Cafaggio, a 1275 metri di altitudine, quindi si dirige verso nord est toccando Esanatoglia e Matelica per poi volgere a nord e ricevere, ai piedi di Albacina, il torrente Giano. Più a nord accoglie le acque del torrente Sentino, il suo principale affluente; percorre la Gola della Rossa, ricevendo poi, a destra, il torrente Esinante e presso Jesi, a sinistra, il torrente Granita; sfiora quindi l'abitato di Chiaravalle e finisce in mare presso Rocca Priora, nel territorio di Falconara Marittima. Alla foce del fiume sono presenti alcuni pantani usati per la caccia e numerosi laghetti delle ex cave di ghiaia, attorno ai quali sono cresciuti pioppi, betulle, salici, canne, cannuccette, tife. Si è così formato un ambiente particolarmente favorevole ad accogliere alcune specie di uccelli migratori che in autunno si trasferiscono verso l'Africa ed in primavera ritornano verso il nord Europa. In particolare, nell'area è stata documentata la presenza di: svassi, folaghe, piro piro, aironi, combattenti, garzette, sgarze ciuffetto, pittime reali, porciglioni, chiurli, tarabusini, pivieri, pantane, pettegole, tuffetti, beccaccini, martin pescatori e, più raramente, mignattai, gru e spatole; la sosta può durare da pochi giorni ad alcune settimane. Da circa cinque anni sono stati osservati anche l'avocetta e il cavaliere d'Italia mentre si è potuto notare che alcune specie come il martin pescatore, il tarabusino, il cannareccione, e la gallinella d'acqua nidificano in questa zona. Accanto al recupero dell'intero corso dell'Esino, oggi gravemente degradato e inquinato, sarebbe dunque auspicabile anche il mantenimento di questo ambiente umido e l'istituzione in esso di attrezzature per il birdwatching, nel pieno rispetto della fauna e della flora presenti.
CASTELLO DI FALCONARA ALTA E TORRE DELL'OROLOGIO
Pur conservando la corte e l'impianto originari, il castello presenta numerose stratificazioni che hanno notevolmente trasformato la forma primitiva della fortificazione. I restauri attualmente in corso hanno ovviamente come scopo non il ripristino dell'ambiente militare, ma un recupero di carattere sociale e funzionale dell'intero complesso. La pianta è a forma di semianello chiuso sul lato orientale, quello rivolto verso Ancona, da una cortina rettilinea. Ad angolo tra il lato orientale e quello meridionale è presente una torre a pianta quadrata, leggermente scarpata alla base che molto probabilmente aveva il compito di difendere l'ingresso alla fortificazione. Maurizio Mauro in Castelli, Rocche, Torri, Cinte fortificate delle Marche (secondo volume) avanza l'ipotesi che l'attuale ingresso principale (su piazza Carducci) sia stato aperto quando il castello aveva perduto reali funzioni militari e strategiche e che l'ingresso originario fosse appunto posto a meridione, nelle vicinanze dell'attuale arco di accesso alla corte.
CHIESA DI S. MARIA DELLE GRAZI Non se ne conosce l'anno esatto di costruzione, ma si può quasi certamente identificare con la chiesa di S. Marie Montis Falconarii, ricordata nella Rationes Decimarum degli anni 1290-1292. Divenuta chiesa parrocchiale della circoscrizione ecclesiastica falconarese, almeno dal Seicento il suo titolare, il pievano, aveva anche il compito di Vicario foraneo con giurisdizione sulle parrocchie di Camerata Picena, Cassero, Castelferretti, Grancetta, Torrette. L'interno della pieve era abbellito da pregevoli opere d'arte, alcune delle quali dono delle Compagnie del SS. Sacramento e del SS. Rosario, oggi in parte perdute ed in parte conservate presso il Museo Diocesano di Ancona. La Guida d'Italia - Marche (CTI, Milano, 1937) riporta la presenza, nella canonica, di una Ultima Cena di scuola del Baroccio; tale quadro, secondo gli inventari parrocchiali, risulta consegnato, nel 1949, all'Arcivescovo di Ancona. Un inventario del 1770 segnala anche l'esistenza di affreschi, tra cui quello della Madonna della Misericordia, di cui attualmente si è persa ogni traccia. La chiesa è stata ricostruita sulla fine del Settecento, conservando alcuni elementi decorativi della precedente costruzione, tra cui il portale di stile gotico. Nei restauri del 1963 è stato rifatto il pavimento e sono stati risistemati l'altare maggiore e le quattro cappelle laterali: nell'occasione si sono rinvenuti dieci grandi ossari. Nella cappella di destra vicina all'altare è stata collocata l'immagine della Madonna dell'Aiuto che proviene dall'omonima chiesa che sorgeva fino al 1768 in fondo al "borgo lungo", verso Castelferretti. Un Cristo ligneo, che risale all'Ottocento, è posto nella corrispondente cappella di sinistra. L'organo, di origine siciliana, è del Settecento ed è stato restaurato nel 1962. Il campanile è stato costruito nel 1933, dopo il parziale crollo dovuto al terremoto del 1930.
SEDE DELL'OPERA DI MUTUO SOCCORSO La palazzina, in stile tendente al Liberty, è stata inaugurata il 2 gennaio 1910.
CHIESETTA LANARI Situata il località Rigata, è stata restaurata nel 1900.
VILLA BARBARESI Posta lungo la strada che dal Tesoro porta a Barcaglione, conserva al suo interno una cappella dedicata alla Madonna; una lapide, posta sulla facciata, è datata 1761.
VILLA TERNI La bella villa venne costruita intorno al 1760 dal conte Giovambattista Ferretti ed era usata come residenza estiva in alternativa a quella di Monte Domini a Castelferretti. Fino al 1895 alla villa era annessa una cappella dedicata al Beato Gabriele Ferretti.
CHIESA DI SANTA MARIA DI LORETO La chiesa è anche detta, dal luogo in cui si trova, della Madonna di Barcaglione. Venne costruita nel 1664 dalla contessa Maria Scalamonti Fanelli, che fece adibire una stanza ad uso dei padri minori riformati di Casteldemilio, che vi dicevano messa. Fu restaurata nell'Ottocento dai conti Fatati di Ancona. La chiesa, dopo i lavori di restauro del 1976, è aperta nuovamente al culto.
RUDERI DEL CASTELLO DI BARCAGLIONE Sul punto più elevato del territorio comunale, a 204 metri sul livello del mare, è possibile anche oggi osservare, sia pure a fatica, alcuni ruderi che potrebbero essere attribuiti all'antica rocca o torre di Barcaglione. Le notizie sono molto scarse: la rocca risulta, dalla già citata Descriptio Marchiae, appartenere ad Ancona intorno al 1356. Nel 1373 si dette al conte Lucio, tedesco, capitano generale della lega contro la Chiesa, che si apprestava ad attaccare Ancona. Secondo Oddo di Biagio, le "persone fonno poste in preda, et le robbe ad saccomanno", nonostante la resa. Partito il conte Lucio, il comune di Ancona fece abbattere, per punizione, la rocca ed il materiale venne usato per la riparazione delle mura di Ancona e, forse, anche del castello di Falconara.
PALAZZO COMUNALE - MONUMENTI AI CADUTI
Il 24 luglio 1910 si svolse un referendum per chiedere ai cittadini di pronunciarsi sul trasferimento della sede comunale in un nuovo palazzo da costruirsi tra Falconara Alta e la Marina. I risultati sono i seguenti: votanti 369, favorevoli 156, contrari 212. Nonostante il parere contrario della popolazione, la Deputazione Provinciale diede nel 1915 l'autorizzazione alla nuova costruzione. Costruito nel 1925, è in stile che si avvicina al Liberty; il progetto è dell'Ing. G. Bianchi.
BIBLIOTECA FRANCESCANA E PICENA Nel convenmto dei Frati Minori di Falconara è conservata la Biblioteca Francescana e Picena, aperta al pubblico, fondata nel 1900 da padre Candido Mariotti e qui trasferita nel 1934. E' la prima del genere che colleziona e custodisce opere edite da francescani in tutto il mondo o comunque di soggetto francescano; unica al mondo è la collezione di 170 edizioni, dal secolo XIV al secolo XX, dei Fioretti di S. Francesco: alcune di queste sono di squisita composizione artistico-editoriale ed è in esemplari numerati in lingua italiana, francese, tedesca, inglese, portoghese, spagnola, cinese, giapponese, esperanto. Presso la biblioteca esiste un archivio fotografico, attinente alla sua specializzazione. Si conservano in essa anche alcune collezioni fondamentali di studi e fonti utili agli specialisti di storia medievale, quali: Monumenta Germaniae Historica, Regesta Chartarum Italiae, Bullettino dell'Istituto Storico Italiano, Fonti per la Storia d'Italia, Studi Storici. Da alcuni anni vengono acquisite, inoltre, pubblicazioni antiche e moderne di storia locale marchigiana; parallelamente è stato istituito un Centro di documentazione cartografica marchigiana in cui sono raccolte carte geografiche, vedute e piante di città. Di notevole importanza è infine la raccolta di medaglie sanfrancescane e marchigiane. La consistenza della Biblioteca è attualmente di circa 20.000 tra volumi e opuscoli.
ROCCA PRIORA
Grazie all'impiego costante della famiglia Baldoni, che la possiede fin dal primo dopoguerra, la Rocca è oggi in ottime condizioni di manutenzione. L'andamento planimetrico della Rocca è analogo a quello del castello di Falconara: rettilineo nella parte posteriore, verso il mare, e curvilineo, nella parte anteriore. Nella costruzione originaria le mura raccordavano quattro torri, la più massiccia delle quali, il mastio, si ergeva al centro del lato posteriore, alle cui estremità stavano due torri di dimensioni inferiori poste a nord-ovest (verso Senigallia) e a sud. Al centro della parte curvilinea vi era un quarto torrione che difendeva il ponte levatoio e l'unica via di accesso alla corte. La trasformazione dell'antica struttura medioevale in residenza signorile è avvenuta, come già accennato, a partire dalla seconda metà del Settecento ad opera di Francesco Trionfi. I lavori consistettero nell'innalzare, tra la torre centrale e quella a nord-ovest, quattro piani ad uso di abitazioni. Nel mastio furono ricavate quattro ampie sale a volta sovrapposte mentre la torre di nord-ovest fu elevata fino a raggiungere l'altezza del mastio: avanzi della merlatura originaria ne rilevano oggi la primitiva altezza. La torre a sud, rimasta inalterata salvo la soppressione dei merli, fu trasformata in una sorta di sperone di rinforzo. La parte anteriore dell'edificio venne munita di un portale in pietra che ricorda nel disegno e nella struttura quello del Lazzaretto di Ancona, opera del Vanvitelli. Sulla sommità della torre d'ingresso, privata dei merli, fu costruita un'edicola in cui venne collocata una campana per il sottostante orologio, mentre ai lati del portale d'ingresso vennero innalzate due garitte, anch'esse reminiscenze del Lazzaretto. La cortina muraria a sinistra del portale venne conservata e mantiene oggi intatta la sua smerlatura alla ghibellina, mentre essa si interrompe nella parte destra cui furono addossati edifici rustici. In posizione più avanzata rispetto alla cortina muraria ma di altezza inferiore doveva esserci un recinto fortificato, allo scopo di costituire un primo baluardo di difesa: privato di merlatura, conserva oggi solo i beccatelli ed è visibile ai lati del portale. Il ponte levatoio è stato conservato, anche se dopo la realizzazione del portale non può essere issato completamente, a ricordare che tutto l'impianto era provvisto di fossato, di cui oggi rimane un tratto nel fronte sud-occidentale. Sulla corte si affaccia una cappella, anch'essa di origini settecentesche, dedicata alla Natività di Maria Vergine. L'interno, armonioso e ben proporzionato, è ornato da statue di due membri della famiglia Trionfi, il Beato Agostino e S. Bonizio, poste entro grandi nicchie al centro delle pareti laterali. La tela che sovrasta l'altare, raffigurante la Madonna col Bambino è opera del pittore architetto pesarese Gian Andrea Lazzarini (1710-1801). La cappella è stata attribuita a Luigi Vanvitelli ma più realisticamente essa può essere definita di scuola vanvitelliana. Non è ancora noto il nome dell'architetto che progettò i restauri dell'intero complesso ma, secondo Fabio Mariano, autore di Ancona 1895-1945, esso va ricercato nel gruppo dei seguaci-imitatori dello stile imposto dal Vanvitelli nelle Marche: a Giovambattista Urbini dovrebbe essere riferita la facciata della cappella, mentre il portale potrebbe essere opera di Francesco M. Ciaffoni.
CHIESA DELLA BEATA VERGINE DEL SS. ROSARIO Il Santuario dedicato alla Patrona di Falconara è stato edificato per iniziativa di monsignor Bernardo Baldoni, riprendendo il titolo della vecchia chiesa posta in via Nazionale e demolita nel 1958. Precedentemente dedicata a S. Francesco e costruita nel 1876 per iniziativa del marchese Francesco Bourbon del Monte, la chiesa di via Nazionale assunse il nuovo titolo dopo il dono da parte di Carolina Tanfani Olivastri, avvenuto nel 1892, di un'immagine della Madonna del Rosario, copia di quella venerata a Pompei. Data la crescente importanza della frazione Marina, nel 1925 venne istituita la vicaria curata, dipendente da Falconara Alta, mentre nel 1948 si formò la parrocchia prepositurale: il parroco della chiesa del Rosario divenne così anche vicario foraneo di Falconara. Con l'ulteriore aumento della popolazione si decise di costruire una nuova chiesa: la cerimonia della posa della prima pietra avvenne il 15 agosto 1954, mentre la consacrazione venne effettuata nel 1957. L'edificio, progettato dall'arch. Alberto Betti, è in stile greco-romanico modernizzato ed è a una sola navata e a croce latina, con cupola ottagonale. La scultura della Madonna, sulla facciata, è opera di Vittorio Morelli. Nell'interno, l'abside è abellita da un grande mosaico, eseguito da Pietro Vitali. Lateralmente, a sinistra e nel corpo della parete, si trova il dipinto della Madonna del Rosario, proveniente dalla chiesa precedente mentre sulla parete destra, al centro della chiesa, è stata collocata una tela donata dalla famiglia Bourbon del Monte e raffigurante una Madonna col Bambino, S. Francesco ed altri santi anch'essa posta i precedenza nella vecchia chiesa. Un'altra tela, donata dalla famiglia Felicetti di Falconara, rappresenta La lavanda dei piedi: risale al Seicento ed è situata di fronte alla prima sulla parete sinistra. Nel 1968 la chiesa è stata elevata a Santuario Mariano.
VILLE LIBERTY DI VIA NAZIONALE A partire dai primi anni del Novecento sono sorte a Falconara, sia in collina che nelle vicinanze del mare, numerose ville, abitate d'estate da ricchi villeggianti, la cui architettura è di un certo interesse sia per l'adattamento della costruzione all'ambiente nel quale sorge sia per l'utilizzazione di alcune decorazioni Liberty.
HIESA DI S. LORENZO MARTIRE In seguito al ritrovamento, sotto terra, di un'immagine in pietra della Vergine, la Comunità di Falconara fece erigere nel 1444, in località "la Castellara del Piano", vicino al mare, una cappella dedicata alla Madonna della Marina. Tale cappella divenne ben presto incapace di contenere il grande numero di devoti che vi accorrevano e nel 1545 il Comune di Falconara deliberò di trasportare l'immagine in un luogo più decoroso. L'anno successivo si decise di trasferirla nella chiesa di S. Lorenzo che era stata edificata a Fiumesino nel luogo in cui esisteva un ospitale retto ed amministrato, per antica consuetudine, dalla Comunità di Falconara. Tale ospitale potrebbe ricollegarsi all'antico nucleo ospedaliero di S. Leonardo, situato nelle vicinanze della foce dell'Esino, in cui venivano accolti viandanti e pellegrini; secondo un diploma di Federico Barbarossa del 1177 l'ospitale di S. Leonardo, annesso ad una chiesa dello stesso titolo, possedeva terre, case, mulini ed aveva il diritto di utilizzare le acque del fiume su entrambe le sponde. Dal 1560 la chiesa di S. Lorenzo, indicata nelle carte anche come S. Maria di Fiumesino, venne definitivamente ceduta ai padri Gerolomini della Congregazione del Beato Pietro da Pisa. I religiosi officiarono la chiesa fino al 1797 quando, in seguito all'occupazione francese, furono espulsi. La parrocchia di Fiumesino venne ricostituita nel 1848, dopo aver sottoposto la chiesa a notevoli lavori di restauro. L'edificio si presenta oggi nello stile comune alle chiese ottocentesche con soffitto a volta, piccola abside semicircolare e due altari laterali. La chiesa è stata recentemente (1987) ristrutturata e di nuovo riaperta al culto; nell'occasione vi è stato ricollocato un dipinto su tela raffigurante S. Lorenzo, dopo i restauri cui era stato sottoposto ad Urbino: il dipinto risale al XVIII secolo. Annualmente vi si celebra la tradizionale Festa del Perdono.
CHIESA DI S. ANDREA APOSTOLO Contemporaneamente alla costruzione del castello, il conte Francesco Ferretti fece innalzare, nella piazzetta interna, una cappella dedicata a S. Andrea Apostolo. La chiesa venne successivamente dichiarata parrocchiale ed il diritto di nomina del pievano era riservato ai conti Ferretti ed ai loro discendenti maschi. Nel 1629 la chiesa fu riedificata dalle fondamenta ed ampliata a spese dei Ferretti ed in questa forma si conservò fino al 1869, quando venne costruita la nuova chiesa fuori dalle mura del castello utilizzando in parte il materiale proveniente da quella più antica. Alla costruzione, sempre dedicata a S. Andrea, partecipò con grande slancio tutta la popolazione di Castelferretti. La chiesa è a una sola navata, ampia e luminosa, con volta a botte e a vela nelle finestre. Rimasta spoglia e disadorna per alcuni anni, dal 1911 al 1926 vennero effettuati nuovi lavori, per iniziativa del parroco mons. Mariano Montali, tra cui la decorazione degli interni eseguita dai fratelli Bedini di Ostra che realizzarono, tra l'altro, una notevole Madonna nel cielo dell'abside e più in basso due riproduzioni di dipinti delle basiliche romane, la Moltiplicazione dei pani e dei pesci e la Guarigione del cieco di Gerico; lungo la navata sono illustrati alcuni episodi della vita dei diaconi S. Stefano (parte sinistra) e S. Lorenzo (parte destra), sempre ripresi da dipinti delle basiliche romane. Una pregievole opera di Godeardo Bonarelli (1806-1895), raffigurante S. Antonio Abate, è situata sul primo altare di sinistra rispetto all'entrata. Nel 1962 vennero eseguiti importanti lavori di restauro, completati nel 1969, che interessarono anche l'organo settecentesco, di fattura callidiana. Nel 1964 il pittore Mario Pesarini, autore di una tela rappresentante S. Giuseppe falegname con Gesù fanciullo, posta sul primo altare di destra rispetto all'entrata, ha ritoccato gli affreschi.